architettura bioclimatica biocompatibile

Architettura bioclimatica

Progettare il confort abitativo a impatto zero

architettura bioclimatica biocompatibile

Esempio di casa bioclimatica: pannelli solari termici e fotovoltaici sul tetto e serra bioclimatica

L’architettura bioclimatica basa le sue fondamenta sulla ricerca del comfort abitativo mediante la gestione passiva del microclima interno, intesa come insieme di molteplici strategie volte a minimizzare l’uso di impianti meccanici, ricerca in sostanza di massimizzare l’efficienza degli interscambi tra edificio e ambiente.

A tali concetti si possono abbinare criteri di bioarchitettura che però non vanno confusi con i concetti bioclimatici.

L’ottimizzazione dei requisiti microclimatici interni si ottiene mediante un attento controllo delle caratteristiche geometriche dell’edificio, la sua dislocazione spaziale e con opportune tecniche di costruzione edilizia.

Una nuova armonia tra uomo e natura

Concettualmente l’architettura bioclimatica è legata profondamente alla consapevolezza che il progresso tecnologico può trovare un grosso limite nella capacità di sopportazione dell’ambiente che ci circonda e sul fatto che tutte le risorse naturali che utilizziamo sono esauribili.

Partendo dalla considerazione che i maggiori fattori che influiscono negativamente sull’ambiente ma anche sui costi d’esercizio e manutenzione della casa nascono principalmente dall’esigenza di disporre di enormi quantità di energia, in genere oggi in prevalenza non rinnovabile, la progettazione architettonica bioclimatica viene in aiuto di chi vuole costruire la propria casa con alti valori aggiunti.

In particolare la grande attenzione all’efficienza energetica degli ambienti costruiti, l’utilizzo di fonti rinnovabili, fanno risparmiare sui costi della bolletta energetica e riducono una grande quantità di emissioni dei gas inquinanti riducendo al minimo se non addirittura annullando la necessita di impianti di climatizzazione e di riscaldamento tradizionali.

Un aiuto arriva dalla legge ma si può fare di più

In Italia la legislazione in materia di contenimento dei consumi energetici definisce i criteri di risparmio energetico imponendo alcuni limiti massimi per il consumo consentito negli edifici attribuendo ai singoli edifici una sorta di etichetta energetica simile a quella da tempo utilizzata per il consumo degli elettrodomestici la cosiddetta “Certificazione Energetica degli Edifici, è poi incentivato l’uso di risorse rinnovabili (sole, vento, geotermia, ecc.). Ma l’architettura bioclimatica può portarci ben oltre andando alla ricerca dell’autosufficienza energetica dell’edificio.

Oggi è possibile avvalersi anche dei benefici fiscali che consentono di detrarre il 55% del costo dell’intervento per il contenimento dei consumi energetici.

Per ridurre al minimo l’impatto ambientale degli edifici si devono prima di tutto ridurne i consumi energetici.

La casa va dunque considerata come un unico grande impianto o macchinario che per funzionare ha bisogno di molte risorse esterne. Uno dei modelli che si ritiene possa diventare un punto di riferimento (anche visto il rilevante risparmio economico) è quello della casa a basso consumo o casa passiva (frutto di un’attenta progettazione bioclimatica), che non trascuri nessun dettaglio sin dalle fasi di progettazione, realizzazione e gestione della casa (green building).

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